La “Potenza” delle immagini
di Valeria Cosini
Appuntamento a settembre con LocKation, mostra urbana fotografica sull’esecuzione penale in Basilicata
LocKation – mostra urbana fotografica – è un progetto di elevato spessore sociale e artistico proposto dal Prap di Potenza che dà appuntamento al prossimo settembre per mettere in mostra delle gigantografie realizzate in scala 1:1 sul mondo del carcere.
“Un racconto per immagini che sceglie come protagonisti soggetti inanimati – celle, oggetti, corridoi – per portare all’esterno la parte umana che anima questi luoghi”, come è scritto nella presentazione. Ma c’è di più. L’iniziativa, oltre a presentare l’esecuzione penale del territorio lucano, si propone come esempio per un più vasto approccio rieducativo, nel rispetto dell’articolo 27 della Costituzione: “La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte”.
È nato così, dalla constatazione dei punti critici del mondo carcerario, il progetto Aria che analizza il microcosmo dei penitenziari attraverso una rilettura che propone nuove opportunità di relazione tra “dentro” e “fuori”, tra carcere e collettività. La sofferenza e le contraddizioni che esistono nella società sono amplificate all’interno dei penitenziari per questo il progetto si propone molteplici obiettivi; in primis affronta il problema delle relazioni familiari nel contesto carcerario, in seconda istanza vuole fornire strumenti e competenze per affrontare il problema dell’accesso lavorativo nel settore dell’industria del broadcast cine-televisivo, infine si propone di fare impresa in carcere.
Il triplice obiettivo è stato pensato e messo in atto grazie alla collaborazione del Provveditorato regionale, con la Regione Basilicata e un’Agenzia territoriale su base regionale per l’industria televisiva e cinematografica, denominata Aria3 …al cubo.
L’iniziativa, unica nel suo genere in Europa, vuole offrire ai figli dei detenuti in età da lavoro un’occasione per recuperare il rapporto con la figura genitoriale. Il carcere, infatti, spesso allontana genitori e figli creando situazioni di disagio negli uni e negli altri, il recupero può però avvenire attraverso un percorso formativo in grado di fornire competenze altamente qualificate e condivise.
Il percorso studiato inserisce nel progetto 25 persone, tra i detenuti e i loro figli, che metterà a disposizione, si legge nella nota, “un’offerta completa sul piano dei servizi per l’industria del cinema e della televisione, senza oneri per questa Amministrazione Penitenziaia, con l’obiettivo di attrarre le produzioni nazionali e internazionali ad operare sul territorio regionale sostenendo e incentivando la produzione audiovisiva locale”.
Ed è con l’idea di sensibilizzare l’opinione pubblica che è nato il progetto della mostra. La Basilicata è, per i numeri che la caratterizzano, un’oasi in cui il pianeta carcere potrebbe avviare programmi rieducativi di alto spessore da poter poi proiettare su scala nazionale. LocKation è solo un primo passo verso una realtà più ampia che si spera possa riuscire a coinvolgere un numero sempre maggiore di famiglie per una valida azione di reinserimento sociale.
Per la prima volta, infatti, l’opportunità parte dal carcere e arriva all’esterno. Saranno i detenuti a creare opportunità lavorative per i propri figli attraverso questa piattaforma progettuale, che avrà la durata di 24 mesi, articolata in tre piani esecutivi: formazione per tecnici dell’industria televisiva e cinematografica, produzione di un film e creazione di studios cinematografici-televisivi per l’alta definizione.
Il corso della Scuola Creativa per la formazione specialistica, riconosciuto dalla Regione Basilicata, prevede un’attività di 700 ore in un anno diviso in due moduli; uno di introduzione alle tecnologie digitali e alla comunicazione multimediale integrata, l’altro di carattere prettamente tecnico.
Nel secondo anno di corso l’attività di stage sarà finalizzata alla realizzazione di un film, vero cuore pulsante del progetto Aria, che avrà come tema il mondo del carcere. La sceneggiatura sarà costruita su modelli autobiografici; dietro alla telecamera ci saranno i figli, affiancati da uno staff tecnico di esperienza, davanti i genitori detenuti che reciteranno al fianco di attori di fama nazionale.
Una possibilità unica quella offerta dalla Casa Circondariale di Potenza che, nella terza fase del progetto, metterà a disposizione dei capannoni, oggi adibiti a deposito, per essere riconvertiti in teatri di posa. Gli studios, oltre a rappresentare un ambiente altamente specializzato dal punto di vista tecnico, costituirà l’ambiente professionale ideale in cui formarsi e in cui realizzare prodotti di qualità dell’industria cinematografica, diventando un esempio di eccellenza in tutta Europa.
“Di norma l’accesso al carcere per i familiari è precluso e/o comunque vincolato esclusivamente ai momenti di colloquio ordinari, in cui spesso la separazione e lo iato tra interno ed esterno è irriducibile. Ricostruire i legami familiari dei detenuti e dare la possibilità ai figli di vivere e conoscere il carcere e la sua realtà, facendo formazione e lavorando sullo stesso set con il proprio genitore, può essere, invece, considerato di per sé un fattore educativo e formativo, per entrambi”. Questo è l’obiettivo principale del progetto Aria che sintetizza tutto lo spirito che muove l’iniziativa attraverso le parole di Seneca: “nessun uomo prudente infligge una punizione perché c’è una colpa, ma perché non si commetta colpa: il passato non si può più revocare, il futuro lo si previene”.